Ikea toglie la garanzia a vita

Il modello Ikea ha avuto l’onere e l’onore di cambiare per sempre il concetto di arredo nel mondo intero. Dalla scelta di acquistare pezzi ‘buoni e per sempre’ si è infatti passati ad una mercificazione dell’arredo bella e popolare, accessibile a tutti per ragioni di costo e piacevole perché ispirata al design nordico. Il motto di Ikea è da sempre stato quello di rendere felici tutti e anche sicuri grazie all’estensione della garanzia a vita dei suoi prodotti. Da oggi si cambia però verso, perché il colosso svedese ha deciso di rettificare questa possibilità, quindi gli acquirenti avranno a loro disposizione solo un anno di tempo per restituire la libreria Billy o il divano di design svedese se non saranno soddisfatti del loro acquisto.

Alla luce dei fatti un anno di tempo è molto, considerando anche i paralleli dei competitors che sono impegnati nell’arredo di grande distribuzione. Questa rivoluzione ha, inoltre, segnato una sorta di ‘rottura’ fra consumatori e il brand e la protesta è salita alle stelle sui media e in rete, alimentata da milioni di clienti Ikea in tutto il mondo.

La stampa è stata particolarmente dura nei confronti del colosso svedese, come è accaduto in Germania con la Die Welt e l’Handelsblatt, l’equivalente del ‘Sole 24 Ore’ tedesco. La stampa teutonica non ha perdonato al brand di avere ‘mentito’ e ‘lusingato’ i clienti con promesse di lunga durata a costi economici, un binomio che sembra proprio non essere attuabile nel nostro presente.

Il sito del brand è stato letteralmente preso di mira dagli utenti e Ikea si è difesa dichiarando che dopo dieci anni nessuno aveva mai scelto di restituire un letto che non soddisfaceva l’acquisto, alla luce che i resi vengono fatti nell’ordine di massimo 90 giorni di media. Tutto corretto e tutto logico, ma il momento non sembra essere dei migliori per il colosso svedese dell’aarredamento, considerando il ritiro dal commercio di una cassettiera che ha provocato nel corso del tempo la morte di sei bambini.

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