Il Governo Draghi è ufficialmente nato sabato 12 febbraio, per la gioia di quanti auspicavano che l’ex Presidente della Banca centrale entrasse a Palazzo Chigi per guidare la perenne “nave alla deriva nel pieno della tempesta”, per dirla alla Dante Alighieri. Un passaggio che potrebbe poi essere il passaggio antecedente ad una sua investitura a Presidente della Repubblica.
Ma per quello c’è ancora un anno e passa di tempo. Draghi godrà di una maggioranza parlamentare la cui ampiezza è probabilmente la più vasta della storia della Repubblica italiana. Dato che, a parte Fratelli d’Italia che ha già detto di stare all’opposizione e qualche fuoriuscito dei Cinquestelle, tutti i partiti delle Camere gli daranno la fiducia e appoggeranno le sue politiche.
Vediamo chi sono i ministri del governo Draghi e cosa devono attendersi i trader da questo governo.
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Chi sono ministri Governo Draghi
Vediamo chi sono i Ministri del Governo Draghi.
- Ministero dell’interno: Luciana Lamorgese, 67 anni, ex prefetto a Venezia e Milano. Si tratta di una conferma.
- Ministro degli esteri: confermato Luigi Di Maio, 34 anni.
- Ministro della Giustizia: Marta Cartabia, 57 anni, ex presidente della Corte Costituzionale.
- Ministro della Difesa: anche qui una conferma, Lorenzo Guerini, 54 anni. Già presidente Copasir.
- Ministro dell’Economia: Daniele Franco, 67 anni, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass. Persona vicinissima al nuovo Premier.
- Ministro della transizione ecologica: vera novità del governo, Roberto Cingolani, 59 anni, Chief Technology and Innovation Officer di Leonardo Finmeccanica.
- Ministro della Transizione tecnologica: Vittorio Colao, 59 anni, ex Ceo Vodafone e Rcs MediaGroup, poi Verizon.
- Ministro dello Sviluppo economico: Giancarlo Giorgetti, 54 anni, vice segretario della Lega.
- Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Enrico Giovannini, 63 anni, ex presidente dell’Istat e già titolare del ministero del Lavoro nel Governo Letta. Ricopre attualmente il ruolo di presidente dell’Asvis.
- Ministro del Turismo: Massimo Garavaglia, 52 anni.
- Ministro del Lavoro: Andrea Orlando, 52 anni, vice segretario del Partito Democratico, già ministro dell’Ambiente e della Giustizia.
- Ministro dell’agricoltura: Stefano Patuanelli, 46 anni, già ministro dello Sviluppo Economico nel governo uscente.
- Ministro della cultura: Dario Franceschini, 62 anni, ricopre questo ruolo dal 2014.
- Ministro delle politiche giovanili: Fabiana Dadone, 37 anni, già Ministro della Pubblica amministrazione nel governo uscente.
- Ministro dell’istruzione: Patrizio Bianchi, 68 anni, direttore scientifico dell’Ifab, già collaboratore della uscente Azzolina.
- Ministro dell’Università e della Ricerca: Maria Cristina Messa, 59 anni, ex rettrice dell’Università Milano-Bicocca.
- Ministro della Pubblica amministrazione: Renato Brunetta, 70 anni, già in questo ruolo nel Governo Berlusconi 2008-11.
- Ministro della Sanità: Roberto Speranza, 42 anni, per lui una conferma.
- Ministro della famiglia e delle pari opportunità: Elena Bonetti, 46 anni, per lei una conferma.
- Ministro per i rapporti col parlamento: anche qui una conferma, Federico D’Incà, 45 anni.
- Ministro per gli affari regionali e le autonomie: Maria Stella Gelmini, 47 anni, già ministro dell’Istruzione dal 2008 al 2011 nel Governo Berlusconi.
- Ministro per il sud e per la coesione sociale: Mara Carfagna, 45 anni, già ministro delle Pari Opportunità dal 2008 al 2011 nel Governo Berlusconi.
- Ministro per la disabilità: Erika Stefani, 49 anni, già ricoprente questo ruolo nel Conte I.
Governo Draghi: le critiche principali
Facendo un sunto delle critiche principali che la squadra del governo Draghi si è già beccata, ne troviamo sostanzialmente tre.
La prima critica che gli viene attribuita è la scarsa presenza di donne. Solo 8 su 23, praticamente un terzo. Dunque si torna indietro rispetto all’andamento degli ultimi anni, dove più o meno si cercava di garantire la parità di genere. Un brutto segnale per gli sforzi che si stanno compiendo in questi anni riguardo un miglioramento delle condizioni sociali e lavorative della donna.
La seconda critica riguarda l’assenza di un Ministero dello sport, anche qui un segnale poco confortante tenuto conto il ruolo marginale che ha da sempre lo sport nel nostro paese (dalla scuola all’attività fisica in generale, dato l’alto numero di obesi, anche tra i minori). Ma soprattutto, per la batosta che lo sport ha subito causa Covid-19, con le palestre chiuse ormai da un anno a parte qualche breve parentesi.
Tra l’altro, il ministro uscente Vincenzo Spadafora ha confessato di non sapere nulla di sport. E ciò confermare quanto l’attribuzione dei ministri sia fatta in Italia più per compensare i voti presi. Che non per meriti reali.
Ultima critica pesante, almeno in queste fasi preliminari, è il basso numero di ministri provenienti dal sud. Certo, non che la presenza fisica di ministri provenienti dal Mezzogiorno sia una garanzia, visto l’andazzo degli ultimi anni. Tuttavia, è sempre un segnale di speranza per una maggiore attenzione.
Infatti, su 23 ministri ben 9 sono della Lombardia e 4 sono del Veneto. Per la gioia della Lega, sorprendentemente sostenitrice di Draghi dopo anno di anti-europeismo. E proprio lo sviluppo economico che avrà un ruolo importante nella gestione del recovery fund è nelle mani di un leghista. Quello che ha spinto Salvini ad entrare nel governo Draghi: Giorgetti, molto vicino a quest’ultimo.
Cosa accadrà ai mercati finanziari con governo Draghi?
Gli analisti sembrano tutti concordi nel riconoscere che il governo Draghi piaccia ai mercati, del resto primi segnali sono arrivati subito non appena il presidente della Repubblica Mattarella lo ha incaricato di formulare un nuovo esecutivo.
Il governo Draghi è per gli analisti sinonimo di garanzia nella gestione ottimale dei fondi del recovery fund, quindi nel far ripartire i cantieri, velocizzare la diffusione del 5G, fare delle riforme ulteriori del mercato del lavoro, ridurre le politiche assistenziali, maggiori incentivi alle imprese, il consolidamento del sistema bancario italiano, un maggior ruolo di spessore dell’Italia nell’Unione europea anche per la concomitante uscita di scena della Merkel.
Naturalmente, molti non dimenticano il curriculum di Draghi, oltre alle presidenze di Bce e Banca d’Italia, è stato anche manager di Goldman Sachs, membro del Bilderberg, della Commissione Trilaterale Rockefeller, del potentissimo G30, dell’Aspen Institute. Colui che ha sostanzialmente ordinato la chiusura dei bancomat in Grecia per spezzare ogni residua opposizione del governo Tsipras, che ha scritto l’agenda politica volta all’austerity dei governi italiani susseguitisi da Monti in poi.
Tuttavia, tralasciando la questione sociale, la finanza sicuramente ne beneficerà lato concretezza e stabilità. La Borsa di Milano dovrebbe godere di stabilità, salvo imprevisti importanti come lo è stato il Covid-19 nel 2020.
Il governo sarà più vicino agli Usa, essendo Draghi un convinto atlantista, allontanandosi dalla Cina, disfacendo la via della seta costruita in questi anni (anche se Biden sarà meno agguerrito di Trump nei confronti della Cina). Ma allontanandosi anche dalla Russia, con la quale M5S e Lega si erano avvicinati un paio di anni fa.
Riguardo le tasse, difficilmente ne saranno introdotte di nuove. Sempre in virtù dei trascorsi di Draghi, quindi dovrebbe permanere il regime fiscale vigente. Anzi, proprio per la vicinanza di Draghi al mondo dell’alta finanza, si potrebbe perfino sperare in una riduzione delle tasse.
Su quali asset puntare con Draghi Premier?
Entrando più nello specifico le previsioni con Draghi Premier ci dicono che nella prima fase occorre puntare su titoli liquidi dato che trarranno vantaggio dalla riduzione dello spread, dagli investimenti sortiti dal Recovery Fund edalla riduzione del cosiddetto “sconto Italia”.
Occhi poi puntati a titoli come Buzzi Unicem, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Stellantis. Ed ancora Anima, Azimut, Banca Mediolanum, Poste Italiane.
Infine, potrebbero beneficiare della cura Draghi anche Leonardo, WeBuild, Cattolica Assicurazioni, Mediaset e Inwit.