Il tesoretto del Def (Documento di Economia e Finanza) da 1 miliardo e 600 milioni euro cerca ora i destinatari possibili. E’ bene non cantare vittoria, esso deriva soltanto dal rialzo dell’asticella sul deficit, si chiederà insomma maggiore flessibilità a Bruxelles, anche alla luce degli ottimi risultati sullo spread, ma rappresenta comunque un mini-bonus tra i 20 e i 52 euro al mese che vedrà la luce a partire dal prossimo mese di maggio in arrivo.
L’ipotesi più gettonata è quella di destinare il beneficio ai cosiddetti “incapienti”, 10 milioni tra lavoratori dipendenti, pensionati ed autonomi, posti sotto la soglia degli 8mila euro lordi di guadagno all’anno, e quindi esentati dal pagamento delle tasse. Siccome il bonus degli 80 euro è stato applicato attraverso uno sconto fiscale, queste persone non hanno ricevuto il becco di un quattrino, essendo stata ristretta la platea dei beneficiari solo a chi guadagna dagli 8mila ai 26mila euro lordi all’anno ed è un lavoratore dipendente.
Ora si studiano 3 soluzioni: dare a tutti gli incapienti questo bonus che ammonterebbe a 20 euro al mese per 8 mesi del 2015 (da Maggio a Dicembre appunto). In questo caso sarebbe rivolto ai lavoratori dipendenti con meno di 8.100 di reddito lordo annuo, ai pensionati con meno di 7.750 di reddito lordo annuo ed agli autonomi con meno di 4.800 euro lordi di reddito annuo. Se il bonus venisse rivolto solo a lavoratori dipendenti e pensionati salirebbe a 29 euro al mese, ed arriverebbe a 52 euro al mese in caso venisse invece destinato soltanto ai lavoratori dipendenti incapienti. Ma si tratterebbe di un favoritismo difficilmente comprensibile.
L’altra ipotesi che circola è invece quella del piano-poveri, destinato solo ai poverissimi, perchè ci sono single e famiglie in Italia che guadagnano 0 o quasi all’anno, e vivono in condizioni difficilissime! “Dovremo sostenere coloro che si trovano in una situazione di povertà assoluta, coloro che non possono essere aiutati con la riduzione della pressione fiscale“, ha detto ieri il viceministro dell’Economia Enrico Morando, accreditando appunto una operazione sugli incapienti o sui poveri.
Nel dibattito figura infine anche l’ipotesi di destinare il miliardo e 600 milioni di tesoretto al finanziamento dei nuovi ammortizzatori sociali.