Yahoo: potenziare Alibaba per sopravvivere

Yahoo sta vivendo uno dei periodi economici più complessi della sua storia, e per sopravvivere alla grave crisi che lo ha colpito sta pensando di ‘separarsi’ dal colosso Alibaba. L’intenzione è di tentare delle possibili alternative strategiche al reverse spin-off di quanto è detenuto dal colosso cinese, che tradotto in cifre presenta il valore di quasi 40 miliardi di dollari. Il consiglio di amministrazione di Yahoo ha quindi creato una sorta di commissione strategica, composta da soli consiglieri indipendenti e che riceverà supporto manageriale da parte del gruppo.

La commissione sta quindi avviando un processo per trovare interlocutori strategici per il progetto e per la parte di consulenza finanziaria si è affidata a colossi quali Goldman Sachs, JpMorgan e Pjt Partners, mentre l’assistenza legale sarà portata avanti dallo studio Cavath, Swaine & Moore.

La volontà è di separare le quote di Alibaba da quelle che sono le attività operative di Yahoo, una manovra che può rivelarsi essenziale per massimizzare il valore che è stato promesso agli azionisti del gruppo. Secondo l’amministratore delegato Marissa Meyer, la separazione deve essere legata ad alternative strategiche, che possano essere in grado di separare le due entità rafforzandole allo stesso tempo. Lo scopo è di far tornare Yahoo agli antichi fasti e di riproporla sul mercato come la società iconica che era un tempo, migliorando le sue attività, ma anche incrementando l’efficienza e la produttività in termini generali.

Come ottenere questi obiettivi? Si tratta di target molto difficili, alla luce della crisi che sta vivendo il gruppo, che secondo gli esperti sta toccando dei vertici irreversibili. Nel corso del 2015 Yahoo ha infatti perso oltre 4 miliardi di dollari e la società ha annunciato la necessità di tagliare il 15% della sua forza lavoro. Molti gli uffici che saranno chiusi nell’immediato futuro, fra i quali anche quello di Milano. Nonostante la quota di Alibaba, Yahoo sta inoltre capitalizzando poco più di 17 miliardi di dollari, cifre che se sulla carta sembrano essere molto cospicue, non sono certamente sufficienti per tenere in piedi la società con le attuali regole di mercato.

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