Mentre continuano le fughe di capitali dalle banche elleniche, regna ancora la massima incertezza sulla situazione della Grecia. In queste ore si passa rapidamente da dichiarazioni ottimistiche che prospettano un accordo imminente, a brusche frenate, specie quando a parlare sono gli esponenti della Germania, che però ricordano anch’essi come l’obiettivo di tutti sia quello di preservare la Grecia nell’area Euro. Ma senza i nuovi aiuti economico, sarà default al 100%.
Sul fronte Pil, mentre l’Italia conferma la ripresa con il suo + 0,3% nel primo trimestre del 2015, il prodotto interno lordo degli Stati Uniti segna un brusco – 0,7%, causato dal crollo dell’export dovuto al forte rafforzamento valutario del dollaro. Le nuove notizie provenienti dal settore economico indirizzeranno per forza di cose anche il percorso di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve (la Banca Centrale degli Stati Uniti).
I listini europei finiscono così preda della volatilità e dopo un avvio positivo virano tutti verso il segno meno (sempre a causa dell’incertezza sulla Grecia): Milano e Londra perdono nell’ultima seduta settimanale l’1,05%, mentre Parigi e Francoforte l’1,3%. Atene infine, chiude in rosso dell’1,44%, e, dopo i dati sul Pil, anche Wall Street inizia la seduta del Venerdì in calo.
Lo spread tra i buoni del Tesoro italiani (Btp) e quelli tedeschi (Bund) a dieci anni oggi cresce leggermente, attestandosi in area 135 punti base, contro i 134 di ieri. Il rendimento del titolo italiano scende però all’1,86%.
Frena stavolta il dollaro. Sul mercato dei cambi, alla chiusura dei mercati Ue il cambio euro/dollaro viaggiava a 1,0962, una notizia interessante per chi investe in borsa.
Chiudiamo come sempre con le materie prime, nei primi scambi a New York il prezzo del petrolio Wti risultava in crescita di circa mezzo punto percentuale rispetto alla chiusura di ieri, venendo quotato il greggio appunto 57,90 dollari al barile.