Renzi addio: euro e Piazza Affari giù

Matteo Renzi annuncia le dimissioni e l’euro registra immediatamente una forte flessione, a livelli minimi da venti mesi. Piazza Affari in calo in apertura dell’1,8 per cento. Borse asiatiche deboli. Ecco le prime reazioni ai risultati sul referendum italiano che ha bocciato le riforme costituzionali.

Referendum vince il “no”

Il “no” ha trionfato al referendum italiano e la prima reazione riguarda l’euro che arretra ai minimi dal mese di marzo 2015 dopo l’annuncio delle dimissioni di Matteo Renzi.

Nelle scorse ore la divisa unica ha comunque ripreso quota ed è nuovamente risalita a 1,06 contro il dollaro.

I listini azionari alla Borsa di Milano in apertura registrano una flessione dell’1,8 per cento. Sotto pressione soprattutto il comparto bancario.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi sale a 170 punti base. La tensione sui mercati si fa sentire e resta al momento particolarmente alta.

Reazione mercati


Dopo l’esito del referendum e la vittoria del “no” che ha provocato le dimissioni di Matteo Renzi, preoccupa oggi in Borsa la tenuta del comparto bancario.

Sotto tensione in particolare Monte dei Paschi, attesa da un aumento di capitale da 5 miliardi di euro. L’incertezza sui mercati potrebbe però far allontanare una parte dei potenziali investitori.

Nella eventualità di una risposta negativa, l’unica alternativa per dare una continuità all’istituto potrebbe arrivare soltanto dal pubblico.

Per quanto riguarda le Borse asiatiche, le principali piazze hanno chiuso in calo. Tokyo ha archiviato la seduta con una flessione dello 0,82 per cento, Shanghai con un ribasso dell’1,3 per cento, Hong Kong in diminuzione dello 0,36 per cento e Seul in contrazione dello 0,23 per cento.

Debole anche la Borsa di Sydney che ha archiviato il primo giorno di contrattazioni in rosso dello 0,75 per cento.

Nel frattempo il prezzo del petrolio viene segnalato in calo, dopo i forti rialzi della scorsa settimana a seguito dell’accordo tra i paesi dell’Opec sul taglio della produzione. Il Wti scende a 51,37 dollari mentre il Brent arretra a quota 54,12 dollari al barile.

L’oro, il principale bene rifugio, torna a crescere e risalire fino a quota 1.190 dollari l’oncia dopo l’annuncio dei risultati del referendum costituzionale e le successivi dimissioni di Matteo Renzi.

Al momento è registrato in calo a 1,178 dollari l’oncia.

Si attendono con particolare attenzione le reazioni che la vittoria del “No” al referendum italiano e le dimissioni di Renzi avranno oggi su Wall Street, dopo il mini rally registrato nelle scorse settimane a seguito della vittoria di Donald Trump. Le stime al momento sono per una apertura debole di tutti i principali indici.

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