Popolare di Vicenza: il Cda chiede i danni alla precedente amministrazione

Ammontano a ‘diverse centinaia di milioni di euro’ i danni realizzati dall’ex direzione Zonin alla Banca Popolare di Vicenza. Questo è quanto è stato chiaramente riportato dal Cda attuale, che andrà a riunirsi in data 13 dicembre e che ha proposto di discutere l’azione di responsabilità da rivolgere agli ex vertici dell’istituto bancario.

La stima del danno sarà in continuo aumento secondo quanto riportato, soprattutto se il conto finale andrà a comprendere l’ingente danno di reputazione subito dalla Popolare di Vicenza.
Il Cda ha quindi comunicato che sussistono ragionevoli stime per poter discutere della responsabilità della direzione precedente, la quale comprende l’ex direttore Gianni Zonin e gli ex sindaci che sono rimasti in carica nel periodo fra il 2013 e il 2015. È, infatti, la natura delle violazioni emerse ciò che farà imputare la responsabilità del crollo dell’istituto di credito vicentino agli ex vertici e il Cda chiederà, molto probabilmente, che l’assemblea autorizzi la possibilità di muoversi a titolo di responsabilità anche nei confronti di questi soggetti, a detta del comunicato pienamente imputabili.
Si tratta dei dirigenti dell’ultimi triennio, quindi Gianni Zonin e l’ex dg Samuele Sorato. All’ex presidenza viene quindi imputata l’erogazione die finanziamenti effettuata a soggetti privi di credito o garanzie, le violazioni e le carenze generali e l’estensione in merito alle indagini che sono state portate avanti dalla magistratura, che senza ombra di dubbio hanno aperto la strada alla definizione delle responsabilità come base per la richiesta di risarcimenti che verranno effettuate nel futuro più immediato. Si tratta di un passo che tutti aspettavano ma che non era ancora stato intrapreso dal nuovo Cda, forse in attesa del completamento del lavoro istruttorio eseguito dalla magistratura. La richiesta agli ex vertici acquista quindi un sapore di ‘già visto’ e molti sono i soci truffati che leggono l’azione come indispensabile, ma forse troppo tardiva alla luce dei fatti.

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