Sono pochi gli investimenti che oggi offrono un rendimento decenti. I tassi di interesse proposti dalle banche sono vicini allo zero, complici la deflazione e le ultime politiche monetarie. Non si può certo pensare di tornare a venti anni fa, quando i rendimenti erano a doppia cifra (ma lo era anche la deflazione) ma certamente si può aspirare a qualcosa che non i ritorni anemici di questo periodo.
Una strada da seguire è quella di investire in borsa online. Ciò vale anche per i pesci piccoli. Anzi, soprattutto per i pesci piccoli. Gli investitori con “pochi zeri” possono trarre vantaggio dalla borsa, anche in virtù delle nuove tecnologie, che hanno reso il mondo della finanza accessibile alla massa.
La conta dei soldi
Non è un affare da poco. Essere consapevoli di quanto denaro si possiede vuol dire essere consapevoli – o iniziare a esserlo – del denaro che può essere investito. La domanda che ci si deve porre è la seguente: quanti soldi posso permettermi di immobilizzare, in attesa che fruttino, per almeno 3 o 5 anni? Quanti di questi posso permettermi di perdere? Questi due interrogativi rappresentano il primo passo per un buon money management. Parlando di cifre, secondo Roberta Rossi possono bastare 20.000 euro per creare un portafoglio di titoli azionari e anche meno se si restringe il campo nei fondi o negli etf.
La raccolta di informazioni
E’ forse il consiglio più importante. Il miglior investimento è quello sulla conoscenza. Di cosa? Degli asset, del mercato e ovviamente delle procedure di investimento. In quest’epoca anche gli autodidatti possono ritagliarsi il proprio spazio. E’ necessario però variare le fonti: libri, corsi, video online, blog e la semplice chiacchiera con qualche investitore affermato. Roberta Rossi mette però in guardia dalle facili illusioni: “Nessun articolo di giornale o libro potrà spiegare cosa succederà al mercato domani, ma solo quanto è successo fino a questo momento”.
Broker per investire in Borsa
Ecco un elenco di quelli più adatti ai principianti:
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Armarsi di pazienza
Dimenticatevi la frenesia di “Wolf of Wall Street”. Nella borsa, quella vera e non patinata, è più saggio comportarsi come le tartarughe. Chi va piano va sano e va lontano insomma. In pratica questa filosofia si concretizza con un approccio particolare alla scelta degli obiettivi. In primo luogo va stabilito un obiettivo a lungo termine, magari anche a dieci anni e poi qualche obiettivo a medio termine. La pazienza, però, in questi casi fa rima con sangue freddo. Roberta Rossi raccomanda di non farsi prendere dal panico se la borsa crolla, è normale: “Il mercato finanziario subisce forti oscillazioni: chi ci guadagna è una persona che sa rinunciare all’uovo oggi per una gallina domani”.
Ragionare sulla consulenza
E’ uno dei primi bivi che l’investitore deve affrontare. La domanda è: mi rivolgo a un consulente o faccio da me? Nel primo caso, la questione può essere parecchio dispendiosa. Nel secondo, il rischio è quello di brancolare nel buio. A onore del vero, non sono molte le banche che permettono di investire senza il sostegno di un consulente (Fineco, IwBank, Banca Sella e poche altre) ma comunque è praticabile una soluzione mediana: quella del consulente indipendente. Il rapporto tra consulente indipendente e cliente è molto stretto, dal momento che a monte non c’è una banca che impone al consulente di dividersi tra più clienti. E poi, costa di meno: in genere l’1% del capitale investito.
Informarsi sui costi
Sui rendimenti, e soprattutto sul ritorno, aleggia spesso il mistero. Non potrebbe andare diversamente: un investimento è pur sempre un rischio, un mezzo salto nel buio. Qualche numero “trasparente”, quando si parla di investire, c’è sempre e quindi va conosciuti. Sono i costi di investimento, che comprendono le commissioni di gestione, i costi di ingresso e così via.
La contestualizzazione delle fasi
Per piazzare gli investimenio giusti è necessario comprendere il mercato. Per comprendere il mercato è necessario riconoscere la fase in cui versa. Per riconoscere la fase in cui versa occorre contestualizzarla rispetto al passato. Le fasi più importanti sono due: orso (ribassista) e toro (rialzista). Per avere una panoramica sufficiente, è necessario confrontare le prestazioni del mercato con quelle dello stesso periodo dell’anno precedenti, o mettere a confronto periodo diversi ma analoghi.
Le scorciatoie
Le scorciatoie esistono anche in finanza, ma in genere sono pericolose e l’esito è infausto. In buona sostanza, Roberta Rossi è dell’idea che le scorciatoie vadano evitate e, anzi, la possibilità di percorrerne una è sintomo che qualcosa non sta andando per il verso giusto o il broker a cui ci stiamo affidando ha intenzioni negative (o è semplicemente poco affidabile). Il campanello d’allarme suona quando la prospettiva è quella di vivere di rendita. Si tratta della classica sirena di Ulisse. “Non è possibile vivere di rendita con un capitale iniziale di 100.00 euro. Per viverci occorrono diversi milioni di euro. E’ una questione di matematica pura e semplice. C’è chi cerca le scorciatoie, come le operazioni a leva”.
La diversificazione del portafoglio.
E’ la regola aurea. Se un asset va male, è molto probabile che un altro asset vada bene. Molti sono legati da un rapporto di proporzionalità inversa. Si diversifica anche per questo, per sfuggire alla svalutazione e per compensare.
Il crollo della borsa. Può essere un avvenimento da festeggiare, almeno secondo Roberta Rossi. “Quando la borsa perdei giornali titolano: ‘bruciati x miliardi’. Ma invece si farsi cogliere dal panico bisognerebbe considerare la discesa un po’ come i saldi: noi compriamo un vestito quando costa meno, non quando costa di più. Lo stesso va fatto in borsa”.