FMI allerta l’Italia : brexit rallenterà il PIL

Il Fondo Monetario Internazionale a seguito dell’uscita del Regno Unito dall’Europa rivede al ribasso le stime sulla crescita dell’economia italiana. E’ prevista, infatti, una crescita inferiore all’1% contro il +1,1% dichiarato a maggio, prima che la Gran Bretagna decidesse, durante il referendum del 23 giugno, di lasciare l’unione Europea. Pare infatti, che Fmi, con sede a Washington abbia allegato al rapporto annuale sull’Italia un supplemento che dichiara un andamento inferiore del Pil rispetto alle previsioni fatte ad inizio anno. Infatti, il Fmi stimava un incremento del Pil dell’1,1% nel 2016 e del 1,25% l’anno prossimo. Il documento, chiuso prima del referendum britannico, sulle previsioni di una vittoria dei «no» all’Europa, è stato reso noto solo ora. Ecco quanto è stato scritto: «Lo staff sta rivedendo lievemente al ribasso la prospettiva di crescita, a fronte di un contesto di aumentata incertezza. È atteso un proseguimento della ripresa, ma l’aumento della volatilità sui mercati finanziari e la maggiore incertezza complessiva potrebbe pesare su investimenti e crescita nel prossimo periodo».

Possibilità di un ulteriore aumento del debito pubblico

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, ripercussioni negative potrebbero esserci anche sui conti pubblici. Infatti, il debito pubblico, che resta ancora per noi italiani un elemento di forte vulnerabilità, è stato indicato in salita al picco di 132,9% del Pil quest’anno, ricordiamo che nel 2015 era al 132,7. Nonostante i tanti sforzi per far ripartire la crescita, pare che questa non avverrà prima della metà del prossimo decennio, quando forse l’Italia raggiungerà il livello pre-crisi del 2007. Neanche le privatizzazione potranno far accelerare i tempi in un contesto tale. Secondo precedenti rapporti del Fondo Monetario Internazionale prima della Brexit, la discesa del debito era stata prevista per il 2017, quando il debito pubblico si sarebbe dovuto attestare al 132,1%. Sempre al netto della Brexit, il rapporto deficit/Pil viene indicato al 2,4% quest’anno a 1,9% nel 2017, dopo un lungo triennio in cui l’Italia è emersa da una profonda recessione l’anno scorso, con un Pil che ha segnato +0,8%.

Fmi esorta l’Italia a risolvere la situazione bancaria

Chstistine Lagarde alla guida del Fondo Monetario Internazionale ha avvertito il nostro Paese scrivendo un documento che afferma: «L’Italia quindi probabilmente sperimenterà quasi due decenni perduti. La crescita potrebbe essere troppo debole per risolvere le fragilità finanziarie e i conti pubblici potrebbero restare una fonte di vulnerabilità per un periodo prolungato». Le parole di Lagarde ci fanno capire che servono nuove misure, ideate ad hoc, per rilanciare la produttività, se non si vuole rischiare che la crescita dei salari reali in Italia possa essere inferiore rispetto a quella dei partner europei. Il Fmi, nel suo discorso, fa anche riferimento alla situazione bancaria italiana, in forte crisi, ed afferma come un ritardo nell’affrontare il nodo della qualità degli asset presenti nei bilanci delle banche potrebbe avere numerosi ripercussioni sia a livello regionale che mondiale, specie per via del forte peso sistemico che ha l’Italia all’interno dell’Unione Europea.

 

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