Dopo il Monte dei Paschi anche le Popolari Venete chiedono l’aiuto dello Stato

Il decreto Salva Risparmio del 23 dicembre scorso rischia di fare proseliti e ora altre due banche chiedono di entrare a fare parte degli aiuti di stato per ‘salvare la pelle’. Si tratta di Veneto banca e della Banca Popolare di Vicenza, istituti che hanno reso noto l’accettazione da parte di Bruxelles della concessione di emettere bond che possano rimpinguare le loro casse, a seguito della fuga massiva dei depositanti che si è verificata nel corso degli ultimi mesi.

Le due note, molto simili, emesse dagli istituti hanno comunicato che la Commissione Europea ha valutato in linea con la legislatura di riferimento le istanze che erano state presentate dalle banche per accedere al sostegno e per emettere passività che possano essere garantite dallo stato.

La valutazione positiva arrivata dall’Europa ha rilevato che il sostegno può essere considerato ‘finalizzato agli obiettivi’ e quindi attuabile se alle spalle vi è lo stato italiano. Il tesoro andrà quindi a rilasciare la garanzia statale sull’emissione di nuove obbligazioni da parte dei due istituti di credito che, in questo modo, potranno stabilizzare la tesoreria e, di riflesso, la loro condizione di liquidità.

Si tratta di una base di garanzia di 150 milioni di euro, che dovrebbero arrivare da Bruxelles. Ora si attende il decreto attuativo del governo che possa sbloccare definitivamente le garanzie pubbliche da applicare sulla liquidità. Si tratta di una condizione necessaria anche e soprattutto dal Monte dei Paschi di Siena, che ha riunito il consiglio di amministrazione per esaminare il piano di emissione dei bond dal valore totale di 15 miliardi di euro da presentare con garanzia pubblica.

La stessa dinamica sta quindi per essere studiata da parte di Popolare Veneta e Banca Popolare di Vicenza, dove quest’ultima avrà tempo fino a marzo per mantenere inalterata la sua natura privata, se il management attuale riuscirà a trovare investitori pronti a sborsare 3 miliardi di euro da aggiungere ai fondi già depositati dall’azionista fondo Atlante.

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