L’allarme di Bankitalia sul clima e gli effetti negativi sul credito

È un’insolita veste ecologista quella che ha indossato Bankitalia nel corso del rapporto National Dialogue on Sustainable Finance, dove la banca centrale del paese ha sottolineato che i cambiamenti climatici e gli effetti del clima sul credito sono molto gravi. Le considerazioni hanno fatto eco alle parole del Ministro dell’Economia Padoan, che in una nota ha anticipato come la finanza sostenibile e verde sarà al centro di un processo di attenzione e di miglioramento generale.

Secondo Signorini, vice direttore della Banca d’Italia, il rischio idrogeologico è un aspetto sul quale bisogna lavorare seriamente, un pericolo che interessa il 15% della popolazione italiana e il 18% delle imprese che sono esposte all’arrivo di inondazioni. Molti i dati che sono stati esposti, fra i quali spicca che fra il 2009 e il 2011 l’Italia ha visto verificarsi ben 82 eventi calamitosi con danni totali stimati in 2.7 miliardi di euro, una cifra che è aumentata a 3.1 miliardi di euro nel 2015.

Dove i beni e le proprietà erano stati assicurati si è potuto procedere alla ricostruzione, ma in tutti gli altri casi le calamità hanno portato a fallimenti di imprese e a crediti deteriorati per gli istituti di credito. Le inondazioni e le frane hanno quindi dimostrato di avere un impatto indiretto molto forte sul ciclo del credito, perché ai danni materiali che devono essere gestiti in un primo momento, si aggiunge la riduzione del valore delle garanzie bancarie, l’impossibilità di fare fronte a pagamenti nel periodo di criticità e l’influenza alle propensioni finanziarie attive e passive che fa seguito alla ricostruzione dell’attività. Il rischio di calamità deve quindi essere ridotto lavorando sulla prevenzione e aumentando la copertura assicurativa, che si propone ancora troppo scarsa in Italia rispetto alla realtà della Comunità Europea, soprattutto nelle zone considerate a più alto rischio per le calamità naturali.

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