Draghi: l’Europa sta ricercando una nuova stabilità politica

Ritrovare stabilità e cooperazione in Europa. Questo è ciò che è stato dichiarato dal governatore BCE Mario Draghi nel corso della cerimonia che si è tenuta a Santena vicino a Torino, dove ha ritirato il prestigioso premio Cavour. Il premio gli è stato conseguito per avere saputo mantenere inalterata l’indipendenza della banca centrale europea e il numero uno dell’economia europea ha dichiarato che intende devolvere i proventi del premio a favore delle popolazioni terremotate.

Il ritiro del riconoscimento è stato accompagnato da un lungo discorso, che molti attendevano perché basato sull’analisi della realtà economica dell’Italia e dell’Europa intera. Draghi ha quindi sottolineato quanto sia deleteria la minaccia dell’instabilità politica sull’Europa e della disgregazione. Partendo dalla persona di Cavour, che si trovò al suo tempo ad agire su un contesto europeo completamente destabilizzato, Draghi ha affrontato la condizione europea attuale, un’entità che si trova ad affrontare turbolenze e transizioni. Si tratta di una fase storica secondo il Governatore della banca Centrale, dove l’Europa è in continuo movimento dopo l’unione della Germania e il dissolvimento del blocco sovietico, dopo gli effetti della crisi più recente e l’uscita del Regno Unito dalla comunità europea, nonché dopo le tensioni geopolitiche che caratterizzano l’intero est europeo.

L’Europa sta quindi cercando una nuova stabilità dopo questo insieme di eventi e il Governatore ha dichiarato come unica via di uscita l’unione, che deve guidare l’instabilità e mantenere saldamente il potere di iniziativa politica. Non si tratta di una pura e sterile condivisione del potere, ma della necessità di una politica di elevata caratura, che sia in grado di stabilizzare lo scenario attuale.

In merito alla situazione italiana, Draghi ha quindi inneggiato alla necessità del paese di restare in Europa, per crescere e per dare il via a collaborazione internazionali necessarie per il suo futuro economico. Il rapporto con l’Europa non deve mai essere visto come sottomissione ma come mutuo beneficio, quindi è questa la strada che deve essere seguita, dall’Italia così come dagli stati membri, per generare un futuro di collaborazione di prosperità condivisa.

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