Abolizione dei contratti a progetto? Forse….

Tra le tante oscenità ed ingiustizie a cui porterà la riforma del lavoro ottenuta tramite il Jobs Act di Matteo Renzi, che cancella decenni di lotte e di conquiste per diritti oggettivamente insindacabili dei lavoratori, ci potrebbe essere anche un risvolto positivo: la possibile eliminazione dei contratti truffa inseriti in questi anni di precarizzazione progressiva ed iniqua del mondo del lavoro.

La libertà di licenziamento diventerà operativa per le aziende a partire dal prossimo Marzo, ma ora si attende anche in questo caso il 20 febbraio come data fondamentale, vista l’uscita del decreto attuativo della legge delega sul lavoro, che riorganizzerà le varie forme di contratto. E qui le modifiche potrebbero essere rivoluzionarie (oltre a quelle previste sui contratti di lavoro a termine, che non dovrebbe poter superare più i 2 anni, ed il lavoro a chiamata): si parla di abolire i contratti di collaborazione coordinata e continuativa ed i contratti a progetto, almeno parzialmente.

Niente più co.co.co. e co.co.pro. insomma, ma solo sulla carta, perché certi interessi, nonostante l’abolizione dell’articolo 18, continuano a dettar legge. Ed allora si discute di che ne sarebbe di tutti coloro che stanno ancora lavorando con questa tipologia di contratto.

In realtà le vie allo studio prevederebbero 2 diverse strade: chi dimostra di star svolgendo un’attività realmente autonoma, continuerà con l’attuale forma contrattuale, dove verrà dimostrata l’esistenza di un solo committente professionale che organizza la giornata lavorativa della persona, si assisterà invece ad una trasformazione automatica dell’attuale accordo in un contratto di lavoro a tempo indeterminato (ovviamente secondo le nuove regole più elastiche, ma si tratterebbe comunque di un notevole passo avanti per i tanti lavoratori oggi sfruttati). D’altronde che il 90% dei contratti atipici venga applicato a collaboratori che svolgono in realtà un’attività uguale a quella di un dipendente, si è sempre saputo, ma è anche stato sempre permesso che accadesse, ma se passasse questa strategia invece, la maggior parte di loro sarebbero appunto trasformati in contratti a tempo indeterminato in automatico.

Ed anche per gli autonomi, comunque arriveranno le prime tutele fondamentali come: la tutela della maternità-paternità e la malattia, e delle norme che li preservino da abusi della situazione di squilibrio economico tra lavoratore e committente. Un paio di esempi: divieto di clausole contrattuali che consentano al committente una tempistica capestro dei pagamenti o recessi anticipati arbitrari.

Solo che fino al 20 Febbraio non si potrà esultare neanche in questo caso, troppi interessi forti cercheranno di mettere i bastoni tra le ruota. Speriamo invece che i contratti a progetto e similari truffaldini, possano davvero venire eliminati al più presto dal nostro ordinamento.

Giancarlo Sali
Scrittore e Giornalista Freelance

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