Cavalli vede rosso: è il futuro dell’alta moda italiana?

Perdite a go go per il gruppo Cavalli, dopo l’addio alla guida da parte di Roberto ed Eva Cavalli. Si tratta dei risultati preliminari del primo esercizio senza di loro alla guida della maison, i quali si sono rivelati peggiori rispetto alle previsioni che erano state conteggiate dal gruppo Clessidra, che aveva rilevato il controllo del gruppo. Nell’anno 2014 il gruppo Cavalli aveva infatti chiuso il suo bilancio con un attivo di 210 milioni di euro di ricavi, 15 milioni di margine operativo lordo e 12 milioni di perdita netta, considerano che 65 milioni di euro dei ricavi erano parte della royalties derivanti dal marchio.

Il 2014 era però stato dipinto come un anno molto speciale, a causa di alcune sanzioni che il gruppo aveva dovuto affrontare in Russia e dello scenario interno al gruppo, con le dimissioni improvvise di Gianluca Brozzetti e del direttore operativo Carlo Di Biagio e la successiva delega consegnata nelle mani di Daniele Corvasce. Nella primavera dello scorso anno il gruppo Clessidra era quindi subentrato, acquisendo il 90% del capitale e posizionando ai vertici l’ex Ad di Bulgari Francesco Trapan icon deleghe a Renato Semerari, ex presidente del gruppo di profumeria Coty e il rientro di Di Biagio come direttore finanziario. Si era trattato di uno scombussolamento interno non da poco, che era però riuscito a ristabilire una certa pace negli assetti dei vertici e che aveva fatto ben sperare sulla continuità del gruppo, soprattutto sul posizionamento nei mercati esteri.

Le previsioni effettuate per il 2015 avevano quindi registrato un lieve calo per quanto riguarda i ricavi, a causa della discontinuità fra direzione e gestione operativa affidata a Peter Dundas, con prospettive di consolidamento da avviarsi nel 2016. Il 2015 non ha però rispettato le aspettative, anzi, segnando pochi ordini per le collezioni in corso nello scorso anno e anche in questo inizio di 2016

Cavalli ha infatti registrato ricavi in calo per 180 milioni e un margine operativo lordo negativo, ovvero ha segnato un risultato negativo rispetto alle previsioni di Clessidra. Le royalties sul marchio sono scese per effetto della riorganizzazione interna a 55 milioni di euro e il mercato non avrebbe accolto con i dovuti fasti il direttore creativo Dundas. Capita, anche ai migliori, e un esempio eclatante è stata la scelta di Permira, che dopo solo un anno dall’acquisizione del brand Valentino dal gruppo Marzotto aveva rimosso l’allora direttore creativo Alessandra Facchinetti per scelte legate alla risposta del mercato.

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