Azioni Unicredit in pieno sell-off crollano sui minimi a 4 mesi

Dopo una settimana da incubo, in cui le azioni dell’istituto bancario di via Gae Aulenti hanno lasciato sul terreno oltre il 15% del proprio valore, non accennano ad arrestarsi le forti vendite.

La seduta di Mercoledì 23 Settembre ha visto il titolo Unicredit crollare di un ulteriore 3,14%,chiudendo la sessione sui minimi giornalieri a 6,745 euro, nonché valore più basso dalla fine dello scorso Maggio. Le quotazioni hanno fallito il tentativo di riportarsi oltre la soglia dei 7 euro, dopo essersi spinte fino ad un top intaday a 7,098 euro.

Le vendite sul titolo Unicredit sono scattate in scia a quelle di tutte le azioni del comparto bancario europeo, su cui hanno pesato le accuse di riciclaggio mosse della stampa investigativa su alcune banche del Vecchio Continente, ma anche istituti di credito internazionali.

Sotto inchiesta giornalistica sono finite Big Banks del calibro di Deutsche Bank, Hsbc e Standard Chartered e JP Morgan e Bank of New York Mellon, per tutte si ipotizzano operazioni finanziarie sospette per migliaia di miliardi di dollari, per favorire la pulizia di fondi sporchi appartenenti a gruppi criminali, cartelli del narcotraffico, organizzazioni terroristiche, o anche oligarchi o faccendieri.

Il titolo della banca guidata dall’AD, Jean Pierre Mustier, è stato inoltre indebolito dalle indiscrezioni secondo cui il Tesoro italiano gradirebbe un’aggregazione tre Unicredit ed MPS. Va infatti ricordato che il Tesoro è il primo azionista dell’istituto senese con una quota di capitale pari al 68%.

Per un’eventuale operazione di M&A, Mustier porrebbe delle condizioni ben precise, per garantire alla propria banca la neutralità dell’accordo. L’AD francese vorrebbe in primo luogo preservare il CET1 Ratio di Unicredit, attualmente al 13,9%, ma principalmente pretenderebbe lo scorporo delle numerose pendenze giudiziarie a carico di MPS, pari a circa 10 miliardi di euro. Una sorta di assicurazione per evitare di sporcare i propri bilanci.

Al momento l’integrazione tra le due banche sembra difficile, in quanto tutti i costi graverebbero sul Tesoro.

Secondo gli analisti, alla chiusura del secondo trimestre, il deficit di capitale ammonterebbe a 1,4 miliardi di euro, che salirebbero a 2 miliardi se si prendessero in considerazione 8,1 miliardi di Non Performing Loans (crediti deteriorati) in pancia ad MPS ed i circa 3 miliardi di dollari dei costi legati all’operazione.

L’andamento delle quotazioni non ha potuto beneficiare della notizia secondo cui il management della banca starebbe cercando fi vendere il business dei leasing in Germania e WealthCap, una controllata di investimenti immobiliari con sede a Monaco. Il valore delle attività di leasing ammonterebbe a 500 milioni di euro, mentre la valutazione di WealthCap sarebbe stimata tra 150 e 200 milioni di euro. Le due cessioni rafforzerebbero la solidità finanziaria e contribuirebbero a ripulire il bilancio.

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Andamento Azioni Unicredit sul Breve-Medio Periodo

Momento di estrema debolezza per il titolo Unicredit, crollato al disotto delle tre medie mobili di riferimento che facevano da supporti.

Il mancato recupero sopra area 7 euro, nel brevissimo, potrebbe causare ulteriori ribassi con primo target in area 6,40 euro ed obiettivo successivo in area 6,20 euro.

Oltre area 7 euro, invece, i prezzi potrebbero risalire in area 7,45-7,50, livello su cui transita EMA 10 (la linea azzurra sul grafico giornaliero).

Tuttavia, soltanto il ritorno sopra le EMA a 25 e 50 giorni (rispettivamente la linea rossa e la linea verde sul grafico) che transitano in area 7,80-8 euro, potrebbe favorire una nuova inversione al rialzo

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